Il rumore in ambiente di lavoro rappresenta un importante fattore di rischio infatti, a seconda dell’intensità e del tempo di esposizione, può causare numerosi danni alla salute: traumi all’udito, nausee, vertigini, problemi fisiologici e psicologici.
Da questo risulta necessario monitorare le aree in cui operano i lavoratori, misurando i livelli di rumore e verificandone la compatibilità con i valori idonei ad evitare l’insorgere di malattie professionali.
L’obiettivo di questo articolo è di illustrare le caratteristiche generali del rumore e la procedura operativa per effettuare misurazioni e per ottenere dati confrontabili con le soglie legali di intensità ed esposizione, al fine di migliorare le condizioni di lavoro in termini di sicurezza e salute dei lavoratori.
Generalità sul rumore in ambiente di lavoro
Il rumore, o il suono in generale, è un’oscillazione di pressione che si diffonde in un mezzo elastico (tipicamente l’aria) senza trasporto di materia, ma solamente di energia.
Come ogni onda, è caratterizzato da fattori come la frequenza, il periodo, la lunghezza d’onda, l’ampiezza e la velocità di propagazione.
Oltre a queste proprietà vi è un altro aspetto effettivamente misurato: il livello di pressione sonora Lp. Tale valore rappresenta la variazione, espressa in decibel (dB), della pressione p rispetto ad un valore di riferimento p0.
Questo valore viene utilizzato per individuare i livelli di potenza acustica che possono causare danni alla salute, come mostrato in Figura 1.
E’ da sottolineare che l’insorgere di tali malattie dipende sia dalla potenza acustica istantanea, sia dal tempo di esposizione. Difatti la legge prevede due soglie limite da non superare, una continua e l’altra di picco:
- 87 dB come esposizione quotidiana al rumore
- 140 dB come valore di picco
Va ricordato che è responsabilità del datore di lavoro verificare che le condizioni nella propria azienda siano conformi a tali indicazioni attraverso l’utilizzo di appositi strumenti e procedure.
Il metodo
Per poter confrontare le soglie di legge con i livelli di esposizione di un determinato luogo sarà necessario effettuare una serie di misurazione e di operazioni specifiche: mentre per il valore di picco è sufficiente la registrazione del dato misurato, per ottenere un valore di esposizione quotidiana è necessaria una particolare elaborazione di dati.
Supponiamo di voler calcolare il rischio rumore per una determinata mansione alla quale sono collegati vari compiti nell’arco della giornata lavorativa (Figura 2).
Per il valore di picco si considera il maggiore dato registrato mentre per l’esposizione giornaliera è necessario calcolare i livelli dei singoli compiti per poi unire i risultati.
Procedura di misurazione
Lo strumento adoperato per le misure di un livello sonoro è il fonometro (Figura 3), composto da un microfono e varie unità di trattamento e lettura dati.
A seconda della complessità e della qualità dell’apparecchio può essere fornita, oltre all’indicazione di livello istantaneo di rumore, anche la misura del livello sonoro continuo equivalente LAeq.
Quest’ultimo valore rappresenta (in dB) un ipotetico rumore constante che, se sostituito al rumore reale per uno stesso intervallo di tempo T, comporterebbe la stessa quantità di energia sonora all’orecchio.
In alternativa può essere ricavato attraverso la formula:
Questo valore è di particolare importanza in quando permette di ricavare un’indicazione media dell’esposizione al rumore.
Utilizzando tale dato è possibile calcolare il livello di esposizione giornaliera per un singolo compito LEX,8h,m.
Con Tm tempo giornaliero dedicato al singolo compito e T0 tempo di lavoro totale giornaliero.
Una volta calcolato LEX,8h,m per ogni singolo compito, è possibile ricavare il livello medio di esposizione giornaliera LEX,8h per una determinata mansione.
Tale valore è infine comparabile con la soglia legale di esposizione massima.
Misure correttive
Nel caso i valori di esposizione superino le soglie massime, il datore di lavoro deve intraprendere le seguenti azioni:
- L’inserimento di una corretta segnalazione delle aree ad alto rischio
- La riduzione al minimo della fonte di rumore (utilizzo di apparecchiature adeguate, ri-progettazione delle strutture del luogo di lavoro, ecc.)
- L’avvio di un programma di misure tecniche e organizzative volte a ridurre l’esposizione al rumore
- L’obbligo di utilizzo di strumenti personali per la protezione dell’udito
- L’informazione e la formazione
- Il controllo sanitario
Tali azioni rappresentano un’effIcace opera di prevenzione e sicurezza rispetto ad un rischio importante come il rumore e si pongono come fine la cura della salute dei lavoratori.
Conclusioni
Nell’analisi fatta sono evidenziate le principali criticità del rumore, compresi i numerosi danni che esso può causare.
Date queste problematiche sono state evidenziate le modalità di misura del rumore, e le azioni correttive da intraprendere a seconda dell’esito delle misurazioni, per garantire un corretto e salutare ambiente di lavoro.
[1] Inail, La valutazione del rischio rumore, 2015.