Si stima che circa un quarto delle terre irrigate nel mondo nei prossimi decenni non sarà più coltivabile a causa della salinizzazione del terreno, una delle maggiori cause di perdita del suolo. Le forzanti di questo fenomeno possono essere in parte di origine naturale e in parte antropiche, dovute a pratiche agricole non idonee.
È possibile prevenire e ridurre il rischio di provocare la salinizzazione di un suolo fertile, dedicando particolare attenzione alle metodologie di irrigazione e alle coltivazione impiegate.
 Il suolo: la pelle del pianeta
Il suolo è un sottile strato che ricopre il pianeta, ha uno spessore che varia dai 70 ai 200 centimetri, e si comporta come un vero e proprio organo vitale, come se fosse la ‘pelle del pianeta’, che regola tutti gli scambi tra interno ed esterno, in termini di materia ed energia.
È fondamentale per la sopravvivenza dell’uomo; infatti, oltre a permetterci di coltivare cibo e nutrirci, svolge numerose altre funzioni. Il suolo contribuisce a limitare il riscaldamento globale grazie alla notevole riserva di carbonio che contiene, pari al doppio o al quadruplo del carbonio presente in atmosfera sotto forma CO2.
Il suolo ha inoltre una funzione di filtro naturale per la depurazione delle acque, è la fonte primaria di cibo, biomassa e materie prime, ed è il principale contenitore di biodiversità sul nostro pianeta (circa il 25-30% della biodiversità biologica della Terra[1]).
Le cause della perdita di suolo
Per differenti ragioni, i suoli adatti alla coltivazione disponibili si stanno riducendo sempre di più. Si tratta di un problema importante, dato che la velocità di rigenerazione del suolo si colloca su una scala temporale così elevata da portare la comunità mondiale a definire questa risorsa come non rinnovabile. Sono necessari infatti 2.000 milioni di anni per formare 10 cm di suolo [1] .
Nel momento in cui andiamo a rimuovere uno strato di terreno di un metro di profondità , stiamo asportando del suolo che ha impiegato 20.000 milioni di anni per formarsi.
Inoltre non è possibile ricreare la struttura e la composizione del suolo in modo artificiale, a causa della grande complessità con cui sono strutturati gli strati orizzontali e la composizione chimico-organica degli stessi.
Risulta quindi fondamentale comprendere quali siano le principali cause di perdita di suolo e come queste possano essere limitate e ridotte.
Erosione
24 miliardi di tonnellate di suoli fertili all’anno scompaiono a cause dell’azione degli agenti atmosferici, che agiscono con maggiore efficacia ai margini delle zone desertiche e delle aree disboscate.
Infatti gli alberi e gli arbusti si comportano come uno strato protettivo rispetto al suolo, ancorando con le loro radici il terreno ed impedendone il distacco.
Ad essere asportata dal vento è proprio il topsoil, che è lo strato più superficiale e ricco di nutrienti adatti all’agricoltura. Il terreno viene così impoverito e la capacità d’uso dei suoli diminuisce.
Salinizzazione
Un tenore di sali nel terreno troppo elevato causa la morte di tutti i microrganismi, danneggiando irreversibilmente l’ecosistema, azzerando la fertilità del suolo e quindi rendendone impossibile la coltivazione.
L’apporto di sali può avvenire per cause naturali, (salinizzazione primaria), oppure attraverso alcune modalità di irrigazione e l’abuso dei fertilizzanti (salinizzazione secondaria).
La salinizzazione è considerata una delle cause principali della desertificazione. In Europa, il fenomeno interessa una superficie compresa tra l’uno e i tre milioni di ettari circa; i suoli interessati dalla salinizzazione si trovano in Ungheria, Romania, Grecia, Italia e nella penisola iberica.
Urbanizzazione: siglillatura
La pratica di urbanizzare i suoli porta alla sigillatura del suolo per mezzo di cemento, quindi all’impossibilità per aria e acqua di infiltrarsi nel suolo. Questo porta alla morte di tutti i microrganismi e quindi alla perdita di terreno coltivabile e della sua fertilità .
La conseguenza è che un paese potrebbe non essere più in grado di produrre abbastanza cibo per la propria popolazione e dipendere quindi dall’importazione, perdendo così la propria sovranità alimentare.
Altre cause di perdita dei suoli
Altre cause che portano alla perdita di suoli sono la contaminazione e l’inquinamento del terreno, causa di origine antropica, la perdita di biodiversità conseguente e l’impoverimento di materia organica, prevalentemente a causa di pratiche agricole scorrette.
Sono inoltre rilevanti frane, smottamenti, colate di fango e scivolamenti, spesso causate dall’eccessiva deforestazione.
Salinizzazione dei suoli legata alla pratica irrigua
È possibile prevenire e limitare il rischio di salinizzazione dei suoli attraverso una maggiore attenzione alla pratica irrigua.
Il processo di salinizzazione può essere causato dall’apporto di acqua che discioglie i sali minerali presenti del terreno: nelle regioni umide l’acqua scende fino a raggiungere la falda freatica, mentre in regioni più aride tende a ritornare in superficie e ad evaporare, abbandonando così i sali sul terreno.
Lo scarso apporto di piogge, in zone aride, aumenta questo fenomeno poiché i sali presenti nel terreno non vengono asportati dal dilavamento, come avviene in zone soggette ad abbondanti apporti meteorici.
Un altro fattore che causa la salinizzazione dei suoli è l’utilizzo di acque irrigue con elevato contenuto di sali o fertilizzanti. Nelle zone costiere, inoltre, l’abbassamento della falda freatica, dovuto all’eccessivo sfruttamento, permette all’acqua salmastra di infiltrarsi andando ad aumentare il contenuto di sali della riserva idrica.
Per limitare questa problematica è fondamentale avere un buon drenaggio del terreno ed implementare delle metodologie di irrigazione adeguate, una delle più efficaci è l’irrigazione a goccia.
Irrigazione a goccia contro la desalinizzazione
Questa metodologia di irrigazione presenta dei vantaggi interessanti per ridurre la perdita di terreno agricolo mantenendolo fertile e coltivabile.
I vantaggi, inoltre, sono interessanti in termini di consumi iridici, poiché si riduce la quantità di acqua impiegata andando ad irrigare la pianta direttamente vicino alla radice, regolando la quantità di acqua e la frequenza a seconda della stagione, dell’altitudine e della capacità del terreno di trattenere acqua.
In questo modo la risorsa idrica viene assorbita più velocemente, senza causare ristagni con la riduzione del rischio di sviluppare malattie per le piante.
L’evaporazione dell’acqua risulta quindi minore, poiché viene dosata in relazione alla capacità di assorbimento della pianta e si riduce l’evaporazione dell’acqua, che andrebbe a depositare sali nel terreno, con il rischio di causare la salinizzazione dello stesso.
Essendoci meno apporto d’acqua tra i filari delle coltivazioni, la crescita delle erbacce risulta limitata, per cui l’utilizzo dei pesticidi diminuisce, andando in generale a ridurre il quantitativo di sostanze immesse nel terreno che potrebbero causare la salinizzazione del suolo.
L’irrigazione a goccia è un sistema ancora poco diffuso rispetto alle aree adatte ad essere coltivate con questo sistema, che è facilmente realizzabile e può essere ideato in modo differente a seconda delle esigenze.
Con questo sistema è inoltre possibile andare a programmare in modo centralizzato e temporizzato i tempi di irrigazione e le quantità di acqua da impiegare.
ASV Stubbe offre prodotti adatti alla realizzazione di impianti di irrigazione a goccia, realizzati in materiale plastico, che possono essere utilizzati per costruire un impianto personalizzato a seconda delle proprie esigenze.
([1] ‘Che cosa c’è sotto’ di Paolo Pileri, edizioni altreconomia, 2015)