di Michele Cifalino’
I sistemi di filtrazione dell’aria in ambienti industriali sono un aspetto essenziale della produzione, sia in termini di impatto ambientale sia per la promozione della salute e della sicurezza dei lavoratori degli impianti oltre che per un corretto funzionamento di attrezzature e macchinari.
Il controllo e la sicurezza degli impianti di aspirazione eÌ€ molto importante per prevenire il rischio di esposizione e di assimilazione degli inquinanti depositati nei filtri collocati nei sistemi di purificazione dell’aria, ma anche per mantenere le emissioni entro i limiti previsti dalla legge.
Per tali ragioni è fondamentale verificare che i sistemi di captazione siano effettivamente efficienti e funzionanti assicurando la dovuta manutenzione.
Tipologie di filtri e indicazioni per la pulizia
Vediamo di seguito le principali tipologie di filtri industriali e le relative indicazioni per una corretta pulizia.
- Bio filtri: attraverso microorganismi che si nutrono di sostanze chimiche organiche, questi filtri sono in grado di neutralizzare le particelle nocive. I batteri che degradano le sostanze inquinanti all’interno del biofiltro funzionano solo se vengono garantiti livelli elevati di umidità (l’acqua, infatti, crea le condizioni ideali perché sulla struttura vegetale del biofiltro si formi un biofilm) per questo è importante mantenere le giuste condizioni operative. La durata di un impianto di biofiltrazione dipende da vari fattori, quali tipo di inquinanti in ingresso, le relative concentrazioni, e le condizioni operative. Dopo anni di attività è possibile che sia necessario provvedere alla manutenzione e al reintegro dei filtri: questa operazione risulta essere un’occasione per constatare il grado di decomposizione del materiale, nonché per provvedere alla pulizia della vasca che ospita il materiale stesso.
- Filtri a carboni attivi: sono in grado di assorbire le sostanze organiche grazie alla loro struttura porosa e sono lavabili con vapore o azoto. I filtri a carboni attivi vanno quasi sempre accoppiati con un filtro che può essere a maniche a cartucce, a tasche o scrubber, da posizionare a monte, per evitare che anche piccole quantità di polvere possano esaurire anzitempo la capacità di adsorbimento del carbone attivo. Questi filtri, una volta esaurito il tempo di attività, vanno sostituiti.
- Filtri a cartucce: sono composti da elementi in ceramica o polipropilene. Questo tipo di filtri si puliscono estraendo le cartucce e lavandole manualmente con un tubo dell’acqua, in modo da ottenere un getto forte e sottile, in grado di entrare tra una lamella e l’altra rimuovendo lo sporco che eÌ€ stato trattenuto. La loro manutenzione va programmata per tempo, in modo da verificarne lo stato di efficienza.
- Filtri a coalescenza: sono in grado di catturare particelle liquide o gassose. I filtri a coalescenza sono efficienti per la separazione dell’olio dai flussi di acqua o di aria oggetto della filtrazione.
- Filtri elettrostatici: sono composti da un pre-filtro in lana metallica, una cella ionizzante e una cella collettrice che respinge le particelle ionizzate. I filtri elettrostatici attivi sono rigenerabili e reintegrabili nell’impianto: la loro pulizia avviene attraverso acqua e detergente. Se la manutenzione eÌ€ svolta correttamente, i filtri elettrostatici attivi possono durare molti anni (mediamente 15-20).
- Filtri a maniche: sono speciali sistemi usati per la depurazione delle correnti gassose, le quali entrano nel filtro e si imbattono in una serie di maniche che trattengono tutte le sostanze non idonee, come polveri, particolato, ecc. Per le diverse tipologie di filtri a maniche è importante prevedere una specifica pulizia. I punti di forza dei filtri a maniche risiedono principalmente nella loro semplicità di impiego e nella ridotta manutenzione necessaria per il loro funzionamento, ma anche la loro modularità e compattezza. La pulizia delle tasche avviene in sequenza con aria compressa.
- Filtri per nebbie oleose: sono utilizzati negli impianti di aspirazione per depurare le particelle di composti oleosi che rimangono in sospensione nell’aria, dei loro prodotti di decomposizione e degradazione termica e ossidativa.
- Filtri a tasche o a celle: sono in grado di accumulare le particelle inquinanti all’interno degli impianti più o meno grandi. Sono sistemi di filtrazione a secco che, grazie alle riconosciute caratteristiche di robustezza, bassa perdita di carico, elevata efficienza ed economicità, sono idonei all’impiego in qualsiasi impianto di filtrazione dell’aria. La pulizia delle tasche avviene in sequenza, in modo simile ai filtri a maniche con aria compressa.
L’importanza di una corretta manutenzione: le applicazioni
L’importanza di una corretta manutenzione dei filtri eÌ€ legata anche al corretto funzionamento dell’impianto, oltre che alle ragioni di sicurezza sopra citate: per esempio, i filtri antipolvere posti alla sommitaÌ€ di un camino di un cementificio, qualora gli ugelli dell’impianto di raffreddamento dei fumi dovessero intasarsi, possono causare sulle linee produttive problemi di differente entità , da un fermo per pulizia a gravi danni con importante impatto economico.
Nella maggior parte dei filtri, inoltre il flusso del fluido da ripulire avviene dall’interno verso l’esterno dell’elemento filtrante e pertanto il contaminante si deposita sulla parete interna del filtro intasandolo e riducendo il flusso del fluido in uscita con conseguente calo della pressione. Di conseguenza, nel caso si rilevasse un calo della pressione in uscita del filtro è probabile che sia necessario procedere alla manutenzione o alla sostituzione.
In alcuni impianti chimici la filtrazione dei fumi è di fatto garanzia di sicurezza: le sostanze nocive che vengono prodotte a seguito delle lavorazioni industriali (che siano polveri, gas o fumi) spesso sono altamente infiammabili. Per questa ragione è fondamentale che i sistemi di aspirazione siano conformi alle normative vigenti in termini di sicurezza antincendio e che gli impianti siano dotati di un sistema di captazione e di aspirazione perfettamente efficiente, in grado di intercettare e aspirare le sostanze altamente infiammabili. Riassumendo possiamo mettere in evidenza le conseguenze di una errata o scarsa manutenzione degli impianti di aspirazione in alcuni punti essenziali:
- ridotta salubritaÌ€ dell’aria respirata e maggiore concentrazione di inquinanti nell’ambiente;
- scarsa efficacia dell’impianto installato ed aumento degli sprechi energetici ed economici
- diminuzione della durata dell’impianto e dei macchinari installati;
- pericolo di incendi o di esplosioni.
Per avere un controllo efficiente della manutenzione dei filtri e dei componenti di un impianto eÌ€ utile impiegare applicazioni specifiche in grado di gestire le operazioni di manutenzione in modo molto semplice, come ad esempio la “App Ispezioni“.
Questa applicazione permette di gestire anche da remoto il processo di manutenzione ottenendo dei report in tempo reale sulla situazione dell’impianto, monitorando il lavoro svolto dal personale e aggiungendo dati o informazioni tramite una checklist (ad esempio modificando le informazioni sull’etichetta aggiungendo anche foto e testi).
Appare evidente inoltre che in un contesto dinamico come può essere un impianto complesso, i dati da elaborare crescano in maniera consistente, incrementando la complessità gestionale dei processi operativi e di supporto. Un sistema informativo di manutenzione efficiente e correttamente strutturato risulta essenziale come strumento per affrontare le reali necessità dell’azienda.
Tuttavia un presupposto fondamentale per poter gestire la manutenzione di un impianto industriale tramite uno strumento informatico eÌ€ che siano codificate le varie parti (cioeÌ€ i componenti dell’impianto). L’App Ispezioni si integra perfettamente con le etichette con Chip RFID, sulle quali è possibile e il modo in cui avviene tale procedura condizioneraÌ€ tutta l’attivitaÌ€ manutentiva e ovviamente anche i costi derivanti dal processo.
FONTI: https://www.systech-design.com/